Nella vita, si sa, tutto finisce, e quindi anche questo campionato di calcio, domani sera, verrà consegnato agli archivi. Il caso vuole che il ballo conclusivo ci metta di fronte la più odiata delle nostre avversarie, quella Juve contro la quale il fattore-campo conta ben poco e che spesso e volentieri ha beneficiato, e non solo contro di noi, di sviste arbitrali di una certa consistenza. I numeri raccontano di 89 precedenti, spalmati fra Prima Divisione, Serie A, Serie B e Coppa Italia; 37 le vittorie dei bianconeri, 23 quelle del Bologna, 29 i pareggi. La nostra vittoria più robusta è il 4-0 ottenuto il 24 maggio 1931, grazie alla tripletta di Reguzzoni accompagnata da un gol di Ottani. Il 29 ottobre 1950, invece, fu la Juve a vincere con un sonoro 5-0 dovuto alla doppietta di Praest ed ai gol di Manente, Karl Hansen e John Hansen. Fra i pareggi, spicca il clamoroso 7-7 del 15 ottobre 1958: in realtà era la finale per il terzo posto della Coppa Italia; si andò ai rigori sul risultato di 3-3, e stante la persistente parità sul 7-7 l’arbitro procedette al sorteggio, che ci assegnò il terzo posto. A prescindere dai risultati, per motivi opposti ricordiamo il 3-0 ottenuto dalla Banda-Mazzone ai danni di Marcello Lippi, il 29 novembre 1998, e il 2-2 del 13 aprile 2003, che scatenò in Francesco Guidolin l’irrefrenabile impulso a paragonare la città di Bologna ad un gigantesco scarico fognario. Stando alle chiacchiere da corridoio, quella di domani potrebbe essere l’ultima occasione di veder ballare coi nostri colori Palacio, Danilo e, chissà, lo stesso Sinisa Mihajlovic. In realtà, il comportamento tenuto in queste ore dal Presidente Saputo, rientrato a Bologna per la grande occasione, sembrerebbe virare in tutt’altra direzione. Come ampiamente specificato nei giorni scorsi dai nostri dirigenti, il magnate canadese ha richiesto sì una certa parsimonia in sede di mercato, ma non ha puntato fucili contro nessuno, lasciando quindi ampi margini di valutazione ai nostri operatori, da Sabatini a Di Vaio passando per Bigon. Quindi, se proprio ci sarà da procedere a delle cessioni, innanzi tutto c’è da sistemare Santander, che il tecnico serbo proprio non digerisce, e prima di mollare gioielli preziosi come Vignato c’è sempre la possibilità di monetizzare adeguatamente qualche straniero nerboruto come Schouten o Svanberg. Senza contare che Sinisa, oltre a raccontare di uno strano sogno in cui la Juve beneficiava dell’ennesimo rigore, anche oggi ha più volte ricordato di avere ancora davanti due anni di contratto. Insomma: al mercato ci penseremo da lunedì; domani possiamo ancora mettere a segno un colpettino importante, e come ben sappiamo di solito non succede, ma se succede … Buona domenica !!!
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