Una volta il
Bologna faceva tremare il mondo. Una volta. Una volta il Bologna vinceva gli
Scudetti e le coppe internazionali. Una volta. Ora non più. Ora, pur essendo di
proprietà di un facoltoso industriale italo-canadese, è considerato quasi una
squadretta di periferia, un posto dove svernare alla meno peggio, una palestra
in cui parcheggiare giovani talenti in attesa del grande salto o campionissimi
ormai più spremuti dei limoni. O almeno questo si desume dall’atteggiamento di
molte, troppe persone cosiddette “ specializzate “ che si occupano di
raccontarne, giorno per giorno le evoluzioni. Ecco quindi che qualcuno, senza
fare troppi nomi: FURIO ZARA, si prende la briga di sparare a tutta pagina che “
Il Bologna è incappato in una clamorosa gaffe: Mihajlovic ha già firmato da un
pezzo con la Roma, e sta solo aspettando che si calmino le acque per dare l’annuncio
“. A giudicare dai casini successi di lì a poco a Trigoria e dintorni, in
realtà deve essere accaduto, virgola più, virgola meno, che Francesco Totti
abbia in qualche modo sponsorizzato l’ingaggio dell’amico di sempre ricevendo
un netto rifiuto, e che abbia considerato questa cosa come la goccia capace di
far traboccare un vaso di incazzature ormai stracolmo, tanto da arrivare alla
sofferta decisione di lasciare il club giallorosso. Poi, per non farci mancare nulla,
visto che il Pupone si è lasciato scappar detto di aver ricevuto offerte da due
squadre italiane, ecco che tali squadre sono state individuate nella Sampdoria,
di proprietà del romanissimo e romanista Ferrero, e nel Bologna, il cui Club
Manager è un certo Marco Di Vaio, che con Totti ha condiviso i banchi dell’asilo
e della scuola e condivide tuttora le spiagge con le rispettive famiglie. Ma questa
è un’altra storia. Per quanto ci riguarda, in settimana abbiamo assistito al
tentativo di Giampiero Gasperini di portarci via Rodrigo Palacio, facendo leva
sulla prospettiva di poter giocare, a 38 anni, in Champions League. A quanto
pare, El Trenza è un uomo per il quale la parola data è sacra, ragion per cui
non dovremmo correre rischi e, a meno di clamorose sorprese, sempre possibili
nel calcio come nella vita, anche nella prossima stagione l’argentino dovrebbe
scendere in campo indossando la nostra maglia e non quella dell’Atalanta. Quella
stessa Atalanta nella quale, un paio di anni fa, andò a giocare Leo Spinazzola,
rifiutando sdegnosamente le nostre proposte. Il bello è che qualcuno dei nostri
dirigenti ( tutto lascia pensare si tratti di Bigon ), continua a rincorrere il
talento folignate pur avendo incassato, anche nella stagione appena conclusa,
ben DUE rifiuti, motivati con la notevole differenza di prospettive tra la Juve
e il Bologna. Che dire? In questi giorni fa molto caldo, il mercato è appena
cominciato, e inevitabilmente un folto gruppo di personaggi deve mandare avanti
un carrozzone che, per esistere, ha bisogno di essere continuamente alimentato
da cazzate di ogni ordine e grado. Meglio attenersi alla solida realtà: per la
prima volta dai tempi dello Scudetto due personaggi di un certo spessore,
Mihajlovic e Orsolini, hanno preferito restare sotto le Due Torri piuttosto che
avventurarsi su palcoscenici in apparenza più altisonanti ma in realtà carichi
di incombenze pesanti e non sempre sostenibili ( Roby Baggio, tanto per dirne
uno, una volta riconquistata la Nazionale andò all’Inter senza porsi troppi
problemi di immagine e di riconoscenza ); e questo è un importantissimo punto
di partenza per l’immediato futuro. Importanti novità anche per Mattia Destro:
Sinisa lo ha avuto sotto controllo, giovanissimo, nei quattro anni in cui è
stato all’Inter, prima come giocatore anziano poi come secondo di Robertino
Mancini, e lo conosce meglio di tanti altri presunti intenditori. Ecco quindi
che gli ha offerto la possibilità di andare ancora una volta in ritiro col
Bologna, per valutare se, forte di un simile appoggio psicologico, ci siano le
condizioni per poter vedere con continuità quella classe che l’attaccante
marchigiano negli ultimi anni ha sfoderato solo a sprazzi. Dovesse fallire anche
stavolta, Destro farebbe bene a giocare il resto della propria carriera ad
Ascoli, con tutto il rispetto parlando per i bianconeri marchigiani. Pippo
Inzaghi, non più super, ha invece risolto il contratto ed è andato ad allenare
il Benevento, intenzionato a rilanciare tanto le proprie quotazioni quanto
quelle del club campano. Sul fronte dei nuovi arrivi, da segnalare l’ex Chievo
Bani, un ottimo difensore. Insomma, i primi passi verso la nuova stagione
promettono bene, nonostante qualche tentativo di sabotaggio. Non ci resta che
attendere gli sviluppi successivi. Buona domenica.
Paolo Milito
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