… o forse,
chissà, in croato, visto che l’ex Jugoslavia era un consistente miscuglio di
razze, etnie, dialetti e linguaggi vari. Scherzi a parte, negli ultimi giorni
si è fatto un gran parlare della firma di Mihajlovic che tardava ad arrivare, e
fra le possibili cause del ritardo la più gettonata era una spropositata
richiesta di soldi. Andiamo per gradi. Al momento di accettare l’incarico di
tentare un’impresa impossibile, rifiutata a priori da tecnici di presunto valore
galattico ( mi riferisco, in particolare, all’ex c.t. dell’Albania De Biasi,
che rispondendo alle domande di un giovane cronista di “ Stadio “ aveva, di
fatto, invitato la dirigenza del Bologna a mettersi l’anima in pace pensando
già da quel momento ad allestire una squadra in grado di vincere il prossimo
campionato di Serie B ), il tecnico serbo di tutto aveva parlato fuorchè di
soldi, accontentandosi, per amicizia e affetto verso la città e la tifoseria,
di una cifra ben al di sotto del minimo sindacale, forte anche della somma
ingente che prevedeva dovesse arrivargli ( e in effetti pare che stia per
accadere ) dallo Sporting Lisbona, reo di averlo sedotto e abbandonato per
semplici manovre interne di tipo elettorale. Sinisa si era riservato altresì,
una volta finito il campionato, di potersi guardare intorno, a prescindere dall’esito
relativo al Bologna, per vedere se qualche grosso club, anche straniero,
ritenesse di volerlo mettere alla prova. Cosa che puntualmente è avvenuta.
Mihajlovic viene dipinto erroneamente come un personaggio grossolano, crudo e
cavernicolo. In realtà è dotato di un’intelligenza e di una scaltrezza
straordinarie, che nella vita gli hanno consentito di raggiungere traguardi
notevoli. Ecco quindi che, una volta portata a termine quella che resterà nei
secoli come un’impresa straordinaria, si è dato la fatidica occhiata intorno, e
una volta constatato che dietro la sua porta non c’era una fila chilometrica,
ha agito di conseguenza. Fra i giornalisti
specializzati, c’è stato chi si è limitato a riferire gli eventi, e chi
invece ha preferito aggiungere del suo, spesso parlando a sproposito: vorrei
conoscere, per esempio, la fonte sicurissimamente attendibile da cui Furio Zara
aveva appreso che Sinisa aveva già da un pezzo firmato per la Roma, e stava prendendo
solennemente in giro dirigenti e tifosi Rossoblù. Così come, pur continuando a
nutrire grande stima e rispetto per Gianfranco Civolani, non mi sta bene quando
definisce il tecnico serbo avido ed esoso. Se andiamo a ben guardare,
Mihajlovic si è limitato a spuntare un contratto leggermente più sostanzioso di
quello che gli era stato proposto da Joey Saputo, pur sapendo che in giro c’è
gente che, per ottenere risultati di gran lunga inferiori a quelli da lui realizzati
nell’esaltante seconda parte di questa stagione, ha percepito ingaggi di gran
lunga superiori. In parole povere, ha solo cercato di vedersi riconosciuto un
minimo di merito. Pretesa più che legittima. Da ora in poi le chiacchiere
stanno davvero a zero: Sinisa ha firmato per tre anni, e il nuovo boss Sabatini
gli ha già messo a disposizione la conferma di soggetti come Soriano e Sansone,
oltre ad impegnarsi concretamente per trattenere Orsolini e tentare di
strappare Lyanco al Torino. La sosta estiva è appena cominciata, e c’è tutto il
tempo per allestire una squadra che possa davvero garantirci, quanto meno, una
permanenza stabile nella parte sinistra della classifica. Per adesso,
festeggiamo la conferma di Mihajlovic, che è un grandissimo punto di partenza.
Paolo Milito
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