La vita, si sa, è fatta anche di porte girevoli, o sliding doors che
dir si voglia. Ecco quindi che basta una virgola, o un granello di sabbia, che
si sposta in una direzione piuttosto che in un’altra per cambiare completamente
il corso della storia. In questi ultimi giorni abbiamo avuto spesso a che fare
con ragionamenti del genere: se in Società avessero provveduto a chiamare Mihajlovic
all’inizio, anziché alla fine, di gennaio, avremmo potuto disputare la finale
di Coppa Italia; se il tizio scellerato che ha dato a Sinisa dello zingaro di m…
fosse stato un tifoso laziale anziché un poliziotto, ora saremmo sicuri che il
serbo non tornerebbe coi biancocelesti neanche sotto tortura; se nel mondo del
pallone non succedessero tante cose strane, tipo un Toro bisognoso di punti
UEFA che ne prende inopinatamente quattro dall’Empoli, saremmo già ampiamente
salvi. Ma tant’è. Coi se e coi ma la Storia non si fa ( cit. ), ragion per cui
meglio rimboccarsi le maniche e scendere sulla sponda biancoceleste di Roma con
l’intento di portare a casa almeno quel
punto che metterebbe fine a tutte le beghe e le dissertazioni che ci hanno
afflitto nelle ultime settimane. L’occasione è particolare, in quanto, nel
terzo lunedi consecutivo di campionato propinatoci da SKY, ci troviamo ad
affrontare uno dei pezzi più importanti del passato del nostro allenatore,
oltretutto sposato con la figlia di uno storico capo del tifo biancoceleste. Gli
aridi numeri dicono che Lazio-Bologna, classica di prestigio del calcio
italiano, a Roma è andata in scena per ben 74 volte, suddivise fra Prima
Divisione, Serie A, Serie B e Coppa Italia. 36 le vittorie dei padroni di casa,
15 quelle del Bologna, 23 i pareggi. La vittoria più consistente della Lazio è
anche la nostra sconfitta più rovinosa di tutti i tempi: un inequivocabile 8-2
risalente al 21 novembre 1948; per i romani andarono a segno Puccinelli (
doppietta ), Penzo ( doppietta ), Nyers II, Gualtieri, Magrini e un autogol di
Glauco Vanz, il nostro portiere, mentre Gritti e Bernicchi ci diedero la
possibilità di salvare almeno la bandiera. Il 19 gennaio 1941, invece, i
Rossoblù travolsero gli avversari con un bel 4-2 dovuto ai gol di Andreoli,
Reguzzoni, Puricelli e Biavati a cui replicarono Vettraino e Ramella. Fra i
numerosi pareggi spicca il 3-3 del 31 dicembre 1933: doppietta di Fedullo e gol
di Schiavio contro i gol dei laziali Buscaglia, De Maria e Guarisi. Domani affronteremo
una squadra certamente meglio attrezzata della nostra, ma anche appagata dalla
Coppa Italia conquistata in settimana; la convincente vittoria ottenuta contro
il Parma ha confermato, semmai ce ne fosse stato bisogno, che Mihajlovic ha
svolto un lavoro davvero egregio, e che i nostri adesso non temono più nessuno.
A maggior ragione dopo i risultati di oggi, mi aspetto quindi una gagliarda
prova dei Rossoblù e di portare a casa almeno il sospirato punto della
salvezza. Per il resto, come sottolineato dallo stesso Sinisa in conferenza
stampa, basterà aspettare i prossimi giorni, in cui il serbo si confronterà con
la Società e deciderà quale strada intraprendere. Le tentazioni ci sono ( vedi
Juve e Lazio ), ma con un po’ di accortezza i nostri dirigenti potrebbero
riuscire a convincerlo a restare sotto le Due Torri. Staremo a vedere. Meglio se
dopo aver spiumato l’Aquila.
Paolo Milito
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