Messo alle spalle l’ennesimo travaso di bile torinese in salsa
juventina, il penultimo turno di campionato ci fa ricevere a domicilio il
Chievo, ovvero la diretta rivale dei giorni nostri, contro cui, dall’inizio del
Terzo Millennio, ci siamo disputati i bassifondi della classifica dando vita
anche ad aspri confronti nei finali di campionato. Essendo salito il Chievo
alle grandi ribalte sul finire del secolo scorso, la partita conta solo quindici
precedenti, spalmati fra Serie A, B e C1; otto le vittorie Rossoblù, due quelle
del Chievo, cinque i pareggi. Per quanto riguarda i punteggi, per tre volte
abbiamo bastonato solennemente i nostri avversari: il 10 novembre 2007, in
Serie B, 4-0: doppietta di Marazzina, eroe di entrambe le sponde, gol di Daino
e Davide Di Gennaro; il 12 gennaio 2013, 4-0, doppietta di Gilardino e gol di
Gabbiadini e Kone; infine la volta scorsa, 19 marzo 2017, 4-1, vantaggio
clivense di Castro a cui replicarono Verdi, una doppietta di Dzemaili e il
tocco finale di Di Francesco. Ovviamente, la vittoria rimasta nel cuore è
quella ottenuta il 2 giugno 1996, quando un gol di Giorgio Bresciani a ridosso
del fischio finale ci consentì il sospirato ritorno in Serie A al termine del
secondo “ giro di valzer “ e del Torneo dei Bar improvvisato da Renzo Ulivieri.
Il 13 settembre 2009, purtroppo per noi, furono i gialloblu ad imporsi per 2-0,
gol di Pinzi e Pellissier, aprendo la strada all’arrivo in panchina di Franco
Colomba in sostituzione di Papadopulo. Per due volte è finita 2-2: il 17
ottobre 1993, in Serie C1, gol di Luca Cecconi e Alvise Zago in risposta alla
doppietta di Gori, e il 18 marzo 2012, gol di Diamanti e Di Vaio in risposta ad
Andreolli e Thereau. Come dicevo in apertura, il Chievo ha finito per diventare
la concorrente diretta dei giorni nostri, contro cui abbiamo dato vita a
confronti diretti e indiretti che ai tempi dello
Squadrone-che-faceva-tremare-il-mondo neppure se lo sarebbero immaginato. Contrariamente
al solito, stavolta in classifica siamo messi meglio noi, e oltretutto il
presidente gialloblù Campedelli ha appena sostituito l’allenatore, non
ritenendolo adatto ad affrontare l’incandescente finale di campionato che si è
prospettato: dunque, bastonare adeguatamente i veronesi sarebbe al tempo stesso
la giusta occasione per rifarsi delle due giornate precedenti, chiudere alla
grande la stagione casalinga e magari, come piacerebbe al grande Civolani, spingerli nella categoria inferiore, a titolo
di ringraziamento per tutte le rotture di scatole arrecateci negli ultimi
diciotto anni !!! ( HE HE HE HE HE ). Parlando seriamente, al di là dei buoni
propositi esternati da Donadoni, domani potrebbe essere l’ultima uscita
casalinga con la nostra maglia per Destro e Verdi, ma se il primo ormai non
vede l’ora di fare le valige, per il secondo la questione è molto particolare:
si sa che la Roma e il Napoli hanno messo sul piatto cifre a cui Joey Saputo
non può restare insensibile, ma in questo caso bisogna fare i conti, oltre che
con la volontà del giocatore di non cambiare bandiera, con un risvolto
insolito: nel corso della permanenza a Bologna, Verdi si è fidanzato con la
figlia del Signor Isokinetic, un personaggio che, per varie ragioni, può
spendere una parola buona al riguardo; ne consegue che il patron canadese, in
virtù dei buoni rapporti col “ suocero “ del nostro campioncino, potrebbe
decidere di rinunciare al ghiotto pacco di quattrini e dare mandato ai suoi
uomini di costruire intorno a Verdi una squadra un pochino più decorosa di
quella vista all’opera negli ultimi tempi. Piccolo consiglio pratico:
ricordatevi che da qui alla fine del calciomercato i giornali dovranno cercare
di vendere copie, per cui non agitatevi troppo quando appariranno titoloni
sensazionali che annunceranno l’imminente partenza di Verdi verso una “ grande “
piuttosto che verso un’altra; i conti si faranno alla fine. Vi basti ricordare
che acquisti determinanti come Gilardino o Palacio sono stati concretizzati in
poche ore in prossimità delle battute finali del mercato stesso. E adesso,
sotto col Chievo.
Paolo Milito
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