Bologna-Benevento rappresenta, in terra bolognese, una novità assoluta, in
quanto le due squadre si sono affrontate in passato una sola volta, nella
famosa gara di andata risolta dall’intervento della moviola in campo a nostro
favore. L’unica mia preoccupazione, che credo sia condivisa da tutti i Tifosi
Rossoblù, è quella di far sì che prevalga la notevole differenza tecnica,
evitando di dare seguito, con qualche scellerata cappella, al momento
favorevole avviato dal Benevento a chiusura di un disastroso girone di andata,
in cui i campani hanno collezionato una sfilza di record negativi, tenendo
oltretutto presente che si sono appena privati del gioiellino Ciciretti. La
partita di domani, collocata nell’ormai inconsueto orario domenicale delle ore
15.00, chiude una settimana caratterizzata dal cosiddetto Gran Rifiuto opposto
da Simone Verdi al trasferimento al Napoli. A prescindere da eventuali secondi,
terzi o trecentesimi fini, è stata una scelta dettata dal cuore. Per certi
versi, anche Verdi è un riciclato di lusso dalla Maglia Rossoblù, al pari di
Baggio, Signori, Di Vaio, Gilardino & C. Sappiamo benissimo che ognuno di
questi soggetti, nel tempo, ha agito in maniera differente: Baggio, scaricato
dal Milan ( come Verdi ), una volta rilanciatosi cedette alle lusinghe
interiste, affermando che “ certi treni passano una volta sola “; Signori ha
finito per giocare più partite nel Bologna che non nella Lazio, e tuttora vive
e lavora sotto le Due Torri, come Di Vaio, anch’egli storicamente laziale e con
radici ormai ben piantate nella squadra e nella Società, mentre Gilardino ancora
recrimina per come Guaraldi gestì a suo tempo la sua posizione contrattuale.
Quanto ai treni, rispetto all’epoca di Baggio sono passati vent’anni, e le
corse sono diventate più frequenti e regolari, ragion per cui, in qualsiasi
momento, il giovanotto potrebbe decidere di cambiare aria e tentare avventure
più remunerative. Per il momento Verdi si trova bene dove sta, in una città che
gli ha restituito il sorriso dopo la disavventura milanista, con buona pace dei
trolls e degli haters che, da Napoli, gli hanno augurato ogni sorta di sventura
col beneplacito degli immancabili Caressa, Criscitiello e Pedullà, buoni solo a
celebrare ad ogni passo sospinto la grandezza delle cosiddette grandi. Per
adesso il cuore ha prevalso sulla ragione; a giugno se ne riparlerà, e non è
scritto da nessuna parte che Verdi debba fare per forza le valige. Lo ribadisco per l’ennesima
volta: il vento è cambiato, il Bologna non è più l’hard discount delle
cosiddette Sette Sorelle. A mio avviso è significativo il fatto che Dzemaili
abbia scelto i nostri colori per continuare la propria carriera ad un certo
livello: cosa che, solo un paio di anni fa, non succedeva proprio ( vedi i casi
Defrel e Duncan ). Certo, molto lavoro resta da fare, molti errori sarebbero da
evitare, ma piano piano ci stiamo portando in una posizione più attinente al
nostro glorioso passato. Avanti così.
Paolo Milito
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