Domani sera, all’Olimpico di Roma, va in
scena un’altra grande classica del calcio italiano: Roma-Bologna. Una gara
particolarmente sentita negli ultimi tempi, in considerazione degli intrecci
fra le carriere dei protagonisti in campo e nei quadri dirigenziali, che hanno
visto il vicepresidente giallorosso Tacopina diventare il nostro Presidente,
l’AD Fenucci mantenere il ruolo cambiando colori e scrivania, fino al passaggio
nelle nostre file di Mattia Destro, Torosidis e Sadiq. Tra Serie A e Coppa
Italia il confronto vanta ben 72 precedenti; 30 le vittorie dei padroni di
casa, 18 quelle del Bologna, 24 i pareggi. La più consistente vittoria
giallorossa è abbastanza recente: il 29 settembre 2013 la Roma di Rudi Garcia,
animata da ambizioni di Scudetto, travolse il Bologna di Pioli, alle prese con
problemi di asticella, con un sonoro 5-0, doppietta di Gervinho accompagnata
dai gol di Florenzi, Benatia e Liajic. Il 10 ottobre 1954, invece, furono i
Rossoblù ad imporsi per 4-3; per noi una doppietta di Pivatelli, un gol di
Bonafin e un autogol di Eliani, per la Roma segnarono Galli, Venturi e Celio.
Nel corso degli anni altre due gare sono rimaste nella nostra memoria, non
tanto per il punteggio quanto perché si tratta di due vittorie maturate in
circostanze particolari. Il 30 settembre 1979 il nostro allenatore Marino
Perani volle dare maggior peso all’attacco e, al 40° del primo tempo, fece
scendere in campo Luciano Chiarugi, sbarcato sotto le Due Torri a spendere gli
ultimi calci della sua prestigiosa carriera. Tutto intorno fu un fiorire di
frizzi, lazzi e sorrisetti di compassione ( ricordo una battutaccia di Gianni
Minà durante una trasmissione di Raidue che seguiva in diretta il campionato );
l’atmosfera cambiò quando, dopo il vantaggio Rossoblù di Savoldi e il pareggio
di Pruzzo, Chiarugi mise a segno quello che alla fine sarebbe stato il gol
della nostra vittoria ( della serie : ride bene chi ride per ultimo ). Ancor
più esaltante fu la gara del 16 settembre 2012: la Roma nel primo quarto d’ora
andò a segno con Florenzi e Lamela, ma i nostri eroi nel secondo tempo
ribaltarono la situazione con una gran prestazione di Alino Diamanti e
soprattutto di Alberto Gilardino, autore di una fantastica doppietta. Dunque,
per quanto il fattore campo abbia sempre pesato, l’Olimpico a tinte giallorosse
in passato ci ha riservato qualche bella soddisfazione. Domani sera ci troveremo
di fronte una squadra intenzionata a fare bottino pieno, allo scopo di imporsi
come la seconda forza del campionato dietro una Juventus sulla carta
imbattibile ma capace di perdere contro le non irresistibili milanesi. Il
Bologna non parte come una vittima sacrificale, ma deve ancora imparare a
camminare nella giusta carreggiata. Le partite fin qui disputate hanno
evidenziato come disponiamo di un bel gruppo di giocatori, soggetto però ad
incappare in errori dettati dall’inesperienza o da fattori imponderabili (
penso soprattutto alle leggerezze di cui si è macchiato Gastaldello ). Non sono
abituato ad attaccarmi ai torti arbitrali, ma non ho gli occhi foderati di
prosciutto e quindi non posso fare a meno di notare che, se al momento siamo in
posizione medio-bassa di classifica quando potremmo essere a ridosso delle
prime, una parte del merito spetta sicuramente a dei direttori di gara
dall’atteggiamento discutibile. Quindi, da una parte mister Donadoni, oltre a
dover ovviare alla brutta tegola dell’infortunio di Verdi, deve intervenire
sulle teste dei giocatori in modo da mantenere la concentrazione per tutta la
durata della partita, evitando dormite collettive e sbavature varie, ma
dall’altra la Società farebbe bene a farsi sentire ai cosiddetti piani alti,
come fanno i dirigenti di altre squadre, senza temere di fare brutte figure. Resta
da vedere se, al centro dell’attacco, assisteremo al sospirato ritorno di
Destro, all’ennesimo tentativo di riscatto di Floccari o Sadiq oppure ad una
imprevista variazione sul tema, tipo un Di Francesco falso nueve. Indubbiamente
domani per noi sarà dura, ma la presenza di Donadoni in panchina e la
consistenza dimostrata finora dai giocatori ( basti pensare al gran finale
prodotto contro la Fiorentina ) autorizzano a sperare che comunque ce la
possiamo giocare.
Paolo Milito
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