Paolo Milito
Una lettera aperta alla nostra squadra del cuore... Per parlare, capire, confrontarci ed essere uniti... Senza alcuna ambizione, ma solo per amore... Noi ci siamo, ragazzi, siamo sempre presenti... Lottiamo, corriamo e soffriamo con voi... Perchè sempre e comunque FINO ALLA FINE, FORZA BOLOGNA!!!
Siamo noi... I tifosi del Bologna siamo noi!
sabato 12 luglio 2014
Dietro la facciata
In questi giorni Filippo Fusco sta svolgendo un lavoro di proporzioni bibliche, nell'intento di far quadrare i conti e al tempo stesso di offrire, agli osservatori esterni, un'immagine rassicurante del carrozzone Bologna FC. Dietro la facciata, però, i problemi sono tanti. Innanzi tutto, il DG non ha gradito l'indicazione, ricevuta da Guaraldi, di mettere sotto contratto, sembra per tre anni, il giornalista Emanuele Righi, indicato da Alessandro Diamanti come l'eminenza grigia del club e vero artefice delle disgrazie attuali. Sarà stata solo una coincidenza, ma dopo questa esternazione hanno preso di colpo a circolare voci che volevano il Bologna sul punto di fallire seduta stante, causa il mancato pagamento di stipendi e premi relativi al finale della stagione scorsa. In realtà, resterebbero da pagare gli stipendi di aprile e maggio, oltre ai premi. Uso il condizionale perchè, davanti ai microfoni di " Stadio ", Gianni Morandi ha riferito che una parte di stipendi è stata pagata il giorno precedente l'intervista. Di conseguenza mancano all'appello i compensi relativi a maggio, per saldare i quali c'è tempo fino a metà ottobre, ed i premi; questi ultimi non rappresentano un obbligo dal punto di vista regolamentare, e legalmente sono considerati alla pari delle scritture private. Pertanto, tenendo presente che Fusco ha ricevuto mandato di convincere i giocatori a rinunciarvi, l'unico rischio che si corre è quello della messa in mora della Società in caso di mancato pagamento, ma ciò, causa tempi tecnici, non potrebbe avvenire prima di novembre, quindi si arriverebbe al massimo ad incappare in un fallimento pilotato. Veniamo alla questione della vendita del club. Da una parte, Guaraldi avrebbe cercato di convincere i soci ad andare avanti così, senza ricapitalizzare e aspettando di monetizzare la cessione di Panagiotis Kone. Dall'altra, però, qualcosa si muove. Maurizio Mian, per esempio, sta continuando i propri approcci a fari spenti, in quanto ha incontrato sul proprio cammino diversi spigoli: non ha gradito l'ingaggio di Fusco, non ha gradito l'ingaggio di Lopez, vorrebbe dare più poteri a Salvatore Bagni, vorrebbe mettere dei personaggi di fiducia nei posti chiave e soprattutto non sopporta la pretesa di Guaraldi di porre, come condizione per la cessione del club, la costruzione a qualsiasi costo del Centro Tecnico di Granarolo, operazione che ha subìto anche una diffida da parte della Sovrintendenza Archeologica, in quanto nelle viscere di quel terreno sarebbero presenti dei resti di una civiltà antica dal valore inestimabile. A dispetto dell'energica smentita del presidente barbuto, è tornato più volte alla carica Joe Tacopina, la cui presenza nella cordata americana non ispira molta fiducia soprattutto a Fusco. C'è poi il misterioso acquirente di cui aveva parlato Guaraldi a margine della presentazione di Lopez. A quanto se ne sa, si tratta di un facoltoso imprenditore italiano, molto amico del presidente laziale Lotito, che in primavera aveva contattato l'Avvocato Grassani per avviare una trattativa salvo poi arrestarsi di fronte alla retrocessione; sembra che Lotito stia cercando di convincerlo a procedere nonostante la Serie B, per cui chi è a conoscenza del nome dell'imprenditore è stato pregato di mantenere ancora per qualche giorno il segreto. Infine, è comparso sulla scena l'ex sindaco di Como Bruni, fattosi portavoce di una non meglio precisata multinazionale austriaca operante nel ramo delle pietre preziose. Dopo una segnalazione ricevuta dal giornalista Stefano Biondi, però, sono stati i soci stessi ad invitare Guaraldi a mettere l'interlocutore alla porta: dietro di lui, infatti, ci sarebbe un faccendiere iraniano salito alla ribalta delle cronache nel 2009, quando rilevò la proprietà del Venezia con dei titoli risultati falsi. Tenete sempre presente che dal 18 luglio, giorno in cui la ricapitalizzazione verrà estesa a soggetti esterni alla Società, uno qualsiasi dei personaggi appena descritti potrebbe mettere sul piatto i famosi tredici milioni ed acquisire il controllo del 51% del Capitale Sociale. Per fortuna, posso chiudere con una notizia confortante, riguardante Massimo Zanetti. Si sa già che al ritorno dal Brasile, dove è impegnato a seguire e sponsorizzare i Mondiali, il re del caffè vorrebbe avallare il ritorno del marchio Segafredo sulle maglie Rossoblù, come avvenne alla fine degli Anni '80; nelle ultime ore ha preso quota una voce ancor più rassicurante: Zanetti avrebbe intenzione di sponsorizzare anche lo Stadio Dall'Ara, trasformandolo in una sorta di Segafredo Arena, cosa che darebbe molto ossigeno alle disastrate casse del club. Aspettiamo e vediamo.
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