È doverosa una premessa: non eravamo da
Champions League prima dell’Atalanta, non siamo da Quarta Serie adesso. Il Bologna
di Donadoni è una buonissima squadra che ha bisogno di un certo rodaggio, che
in questo primo scorcio di stagione ha dovuto fare i conti con infortuni a
catena e torti arbitrali, e di conseguenza non può pretendere di lottare alla
pari contro la lanciatissima Atalanta di quest’anno, che ai piani alti non ci
si trova per caso. Il mister non è uno sprovveduto, e neppure un fesso, ma se
via via il portiere titolare ha un principio d’infarto e poi uno alla volta i
pezzi migliori finiscono sotto i ferri non può di certo riuscire a fare sempre
miracoli. Per nostra fortuna, domani sera, nel match da dentro-o-fuori di Coppa
Italia riceviamo il Verona, squadra allestita da Filippo Fusco per dominare il
campionato ma attualmente in palese difficoltà, e comunque pur sempre una
squadra di Serie B. Tra Serie A, Serie B e Coppa Italia il confronto vanta 26
precedenti, con 13 vittorie Rossoblù, 4 del Verona e 9 pareggi. La nostra
vittoria più cospicua è quella ottenuta il 2 febbraio 1997: il Bologna di
Ulivieri ( e Gazzoni ), appena tornato in Serie A, travolse i gialloblù con un
sonoro 6-1. Per noi una doppietta di Scapolo e i gol di Paramatti, Marocchi,
Andersson e Shalimov, a cui replicò Zanini per il punto della bandiera. Ben
altra storia quella del 6 ottobre 2013: quel giorno emersero in tutta la loro
crudeltà i limiti dello sgangherato Bologna messo in pista da Guaraldi &
Zanzi; i veneti fecero scempio dei nostri colori, portando a casa un fragoroso
4-1 che li lanciò verso orizzonti prestigiosi, mentre noi imboccavamo la china
che ci avrebbe condotti ad una mesta retrocessione e al rischio di scomparire
dal pianeta calcio. Da ricordare pure la partita del 3 gennaio 1971: fu l’ultima
di Franco Liguori prima di incappare, la domenica successiva, nel carnefice
Benetti; le due squadre diedero vita ad un confronto combattutissimo terminato
2-2, reti di Bergamaschi e Clerici per gli scaligeri a cui replicammo con
Savoldi e Bulgarelli. Dunque, la tradizione ci è favorevole. Il campo potrebbe
esserlo un po’ meno, visto l’affollamento dell’infermeria e la voglia dei
nostri avversari di realizzare un colpaccio, soprattutto da parte di alcuni ex
di lusso come il presidente Setti, il DS Fusco o il mai troppo rimpianto Franco
Zuculini. Donadoni metterà in pratica il turn-over ( per la porta, ad esempio,
Mirante non è stato neppure convocato ), ma saprà sicuramente prendere adeguate
contromisure. Due devono essere le nostre certezze: mai fasciarsi la testa
prima di essersela rotta, mai dimenticare quel che ha fatto Joey Saputo per
salvare il Bologna dal crollo in verticale. Prima di lasciarsi andare a
proclami catastrofici, qualcuno di noi farebbe meglio a ricordarsi che il
Sassuolo dei miracoli nella sua prima stagione in Serie A partì in maniera
talmente disastrosa da costringere il patron Squinzi a rivoltare la rosa come
un calzino al mercato di gennaio. Certi traguardi si raggiungono
progressivamente, con regolarità, senza strappi. Chi, al contrario, vuol
strafare, magari riesce anche a fare grandi cose, ma al primo colpo di vento
contrario si scioglie come neve al sole: senza andare troppo lontano, basti
pensare al Verona dei tempi recenti. Per cui, credo sia meglio mettersi l’anima
in pace e lasciar lavorare tecnico e dirigenti: siamo nelle mani di persone
serie, i risultati arriveranno. Buona partita a tutti.
Paolo Milito