In questi giorni, lo sappiamo bene,
siamo avvolti da una cappa torrida senza precedenti. È facile, perciò, essere
soggetti a dei colpi di calore dagli effetti a volte devastanti. Ne sa qualcosa
il nostro amico Maurizio Setti, che qualche settimana fa, tutto contento, aveva
annunciato il grande ritorno di Antonio Cassano ed i relativi progetti di
allegria, il tridente con Pazzini e Cerci con tutti gli annessi&connessi.
Salvo poi imbattersi non in una singola, ma in una raffica di cassanate a
stretto giro di posta ( è di poche ore fa la notizia dell’ennesimo ripensamento
dell’irrequieto giocatore pugliese, con tanto di abboccamento verso il Nizza di
Balotelli più che verso un’improbabile destinazione Entella ) che hanno dato
ulteriore conforto ai fessi come me, schieratisi in maniera compatta contro l’eventualità
di ingaggiare un simile soggetto. Guardando in casa nostra, c’è da segnalare l’uscita
estemporanea di Giulio Gallazzi, aspirante presidente del Genoa ma bolognese a
tutti gli effetti, il quale ha dichiarato pubblicamente di essere stato, nei
mesi scorsi, ad un passo dal rilevare la proprietà del Bologna, venendo però
smentito da Marco Di Vaio. Ora, sappiamo bene che Bologna è una città strana,
in cui vivono ed operano grandi magnati dei quali, però, solo due, ovvero
Gazzoni e Cazzola, si sono cimentati nella presidenza del Bologna mentre
Massimo Zanetti ha lanciato un sasso per poi nascondere la mano. È altrettanto
vero, però, che da tre anni a questa parte la Società è saldamente in
sicurissime mani nordamericane, e non abbiamo certo bisogno di dichiarazioni
altisonanti che potrebbero solo indispettire chi ha sborsato fior di soldoni
per rimettere i conti in regola. Per non farci mancare nulla, è spuntato sulla
stampa locale una specie di pentito, il quale sostiene che in effetti ci sono
state strane manovre dietro la pubblicità allo Stadio, a danno delle casse
sociali. Per tacere della vicenda relativa al Dall’Ara, vale a dire che l’inchiesta
giudiziaria prosegue a fari spenti mentre i tecnici di fiducia della Società
pare abbiano individuato un’area dove far sorgere senza problemi il famigerato stadio
provvisorio. Dimenticavo: è ufficiale la notizia della sospensione, da parte
della Macron, della stampa delle nuove maglie bianche da trasferta, allo scopo
di utilizzare gli stemmi coi colori tradizionali. In tutto questo movimento,
salta all’occhio come Joey Saputo, rispondendo a tono ad ogni insinuazione,
abbia dimostrato, pur vivendo abitualmente oltreoceano, di essere molto più
presente di quanto i luoghi comuni volessero far credere. Dal punto di vista
tecnico, la squadra sta per spostarsi in Austria e si prepara ad affrontare in
amichevole il Colonia, dopo aver sommerso di gol una serie di malcapitati
dilettanti. A parte l’ennesimo, e per nulla preoccupante, contrattempo capitato
a Mattia Destro, le indicazioni emerse finora sono molto soddisfacenti, ed
autorizzano ad aspettarsi una stagione un po’ più decorosa di quella appena messa
alle spalle. Sul mercato, si aspetta l’evoluzione della vicenda Avenatti e si
tenta di portare sotto le Due Torri due soggetti che, a mio avviso, non
sembrano troppo convinti, vale a dire Palacio e Rincon. Comunque, mi sembra che
il convento offra ottime soluzioni interne: a parte le intemperanze di Pulgar e
i malumori di Donsah, irretito da sirene granata, gli altri giovani sembrano
aver fatto tesoro dell’esperienza maturata nell’ultimo anno, dando la
sensazione di essere molto motivati e convinti di indossare la nostra maglia. Andiamo
quindi verso la partita di lunedi, senza caricarla di eccessive aspettative, in
attesa di conoscere il nome della nostra prima avversaria di Coppa Italia, ben
sapendo che a questi prezzi il superamento del turno non dovrebbe rappresentare
un’impresa proibitiva.
“ Buona “ calura a tutti.
Paolo Milito