Dopo la
scocciantissima battuta d’arresto interna rimediata contro il Monza, in una
partitaccia dai tatticismi esasperati che i biancorossi brianzoli hanno vinto
solo grazie ad un gollonzo scaturito da un rimpallo e che i nostri non
avrebbero potuto mai raddrizzare, se non tramite botta di culo, a causa della
cronica mancanza di cannonieri specializzati, la resistibile ascesa di Thiago Motta
prosegue sulla sponda blucerchiata di Genova, teatro delle gesta del Grande
Sinisa sia da giocatore che da tecnico, contro una squadra decisamente male in
arnese a cui l’arrivo in corsa di Dejan Stankovic non ha portato i benefici
effetti sperati. Il match conta 54 precedenti, spalmati fra Serie A, Coppa
Italia e Intertoto; 25 le vittorie dei liguri, 16 quelle del Bologna, 13 i
pareggi. La vittoria più robusta dei padroni di casa risale al 10 giugno 1951:
7-2, tripletta di Sabbatella e gol di Gei, Lorenzo, Parodi e Bassetto contro i
nostri Tacconi e Filiput. L’8 gennaio 1952, invece, fummo noi a travolgere i
blucerchiati con un fragoroso 5-2, grazie alle doppiette di Valentinuzzi e
Pivatelli e al sigillo finale, su rigore, posto da Ezio Pascutti, contro i gol
di Martini e Firmani. Quanto ai pareggi, notevole il 2-2 del 10 gennaio 1954,
dovuto alla doppietta del doriano Karl Hansen a cui risposero i nostri
Pivatelli e Pozzan. A prescindere dai punteggi, comunque, resta indimenticabile
nei secoli la clamorosa impresa del 29 marzo 1998, quando una tripletta di
Kenneth Andersson vanificò il doppio vantaggio di Montella e Veron. Dunque,
dobbiamo ancora una volta fare i conti con la mancanza di attaccanti, anche perché
Arnautovic, appena rientrato dall’infortunio, ha avuto la bella idea di
applaudire ironicamente il giovanissimo arbitro della partita contro il Monza
rimediando il giallo che, aggiunto ad una precedente diffida, lo costringerà ad
accomodarsi in tribuna. Mentre in quel di Empoli, il reietto Vignato è subito
andato a segno con la nuova maglia. Voci di corridoio riferiscono di un robusto
scambio di vedute, in settimana, tra Motta e Arna, con i contendenti separati a
fatica dagli spettatori della discussione. Purtroppo, un antico detto invita
chi è causa del proprio male a piangere se’ stesso. Anziché rincorrere presunti
malfunzionamenti del VAR o dell’orologio dell’arbitro, Motta farebbe meglio a
spiegare per quale ragione ha fatto fuoco e fiamme per allontanare Vignato; a
tal proposito, gli consiglierei di mollare all’istante lo stalking avviato
contro Barrow, anche perché di questo passo non solo vedremmo la Conference
League col binocolo astrostellare, ma ci sarebbero rischi concreti di finire la
stagione nel peggiore dei modi. Capisco che il nostro attuale tecnico possa
sentirsi infastidito dai continui raffronti con un predecessore troppo amato,
ma questo avrebbe le intenzioni di rappresentare uno stimolo a migliorarsi, non
certo a dar vita a stucchevoli pulizie e riverniciature di facciata che
finiscono per lasciare il tempo che trovano. L’immancabile Furio Zara ha già
avuto modo di rimarcare che per due volte, nei giorni scorsi, Motta ha
cortesemente chiesto a Sartori di rinviare il discorso sul rinnovo del
contratto. Bene, sarà il caso che le parti in causa ci riflettano bene, prima
di prendere una qualsiasi decisione. Se Motta a Bologna si sente sprecato, o
comunque non si trova bene, ce ne faremo una ragione. La tragica perdita di
Sinisa è una ferita che sanguinerà ancora a lungo, ma la vita impone di
guardare avanti, e di farlo al meglio delle proprie possibilità. Cercando di
spingere tutti insieme la barca nella medesima direzione.
Paolo Milito