Fino a tre
giorni fa, nel piccolo mondo Rossoblù si respirava un’atmosfera euforica che,
personalmente, non ricordavo dai tempi della seconda Coppa Italia ( nelle
epoche successive, anche in periodi di vacche grasse era SEMPRE accaduto
qualcosa che aveva rovinato la festa ). Fino a tre giorni fa. Poi, d’improvviso,
sulle spiagge si sono abbattuti chicchi ( ??? ) di grandine grossi come meloni,
per la felicità di titolari e clienti degli stabilimenti balneari, e
contemporaneamente a tutti noi è andata di traverso, prima ancora di
cominciare, una stagione che prometteva ben altre prospettive, alla luce del
pirotecnico finale che aveva caratterizzato lo scorso campionato. Ma andiamo
per gradi. Dopo aver ottenuto una sofferta conferma, e una volta abbinato al “
guru “ del mercato Walter Sabatini, Riccardo Bigon si era lanciato in una
massiccia campagna di rafforzamento della squadra, mettendo a segno dei colpi
di spessore non indifferente, tipo l’ingaggio dei due giovanotti olandesi,
mentre Sinisa Mihajlovic, da parte sua, ha coinvolto nella preparazione
atletica della squadra l’ex campione di boxe Vincenzo Cantatore, apparentemente
al solo scopo di gonfiare di botte Mattia Destro, in realtà perché il famoso
pugile, una volta sceso dal ring, si è specializzato in discipline che
comportano motivazione psicologica e robusta preparazione atletica dei soggetti
a lui sottoposti, diventando così un potentissimo punto di riferimento dell’amico
tecnico serbo, notoriamente molto attento a certi particolari. Quindi, col
mercato che procedeva a gonfie vele, l’atmosfera interna alla squadra
decisamente confortante ed una risposta massiccia dei tifosi nella corsa agli
abbonamenti, tutto lasciava presagire che certi periodi bui, nemmeno troppo
lontani nel tempo, fossero stati messi definitivamente alle spalle. E invece
no. In precedenza, avevo più volte accennato agli inutili tentativi, messi in
atto da diversi uomini mercato, di portare sotto le Due Torri l’astro nascente
Leonardo Spinazzola. A questo punto è necessario che spieghi un attimo la
situazione: il ragazzo è figlio di un mio carissimo amico, e negli anni si è
beccato diversi predicozzi tendenti a fargli conoscere per filo e per segno la
gloriosa Storia Rossoblù, ma quello non se ne è dato per inteso, preferendo
andare in prestito, di volta in volta, al Perugia, al Vicenza e all’Atalanta,
fino ad arrivare all’epilogo del passaggio in via definitiva alla Roma,
perfezionato nei giorni scorsi. Dovendo trattenere l’impulso di scalciargli le
chiappe, ho preferito prenderla con filosofia e spiegare il tutto con la
mancanza, da parte del Bologna, di sex-appeal. Del resto era già successo con i
vari Defrel & C., in particolare con quel Floccari che, per sette anni, non
ci aveva minimamente “ filato de pezza “, salvo accettare la nostra proposta
quando ormai era stato scaricato dal mondo e dintorni, per venire poi a svernare
alla meno peggio. Un piccolo record. Fino a tre giorni fa. Quando, dalla
Danimarca, si è materializzato un piccolo impiastro capace di fare ancora di
peggio: Spinazzola, almeno, è stato onesto; ha avuto il merito, in questa
storia, di non prendere il Bologna in considerazione nemmeno in cartolina,
mettendo sempre in chiaro il proprio punto di vista; invece il diciottenne Skov
Olsen, che i nostri dirigenti seguivano da circa un anno, è venuto addirittura
a fare le visite mediche a Bologna, superandole brillantemente, si è pure
degnato di cenare in un locale bolognese apprezzandone pubblicamente le
specialità, salvo poi tornarsene velocemente in patria senza firmare. Nelle ore
successive, è emerso che, dietro l’improvvisa retromarcia, ci sarebbero gli
inglesi del Tottenham, orientati ad aspettare l’anno che manca allo svincolo
del giovanotto dal club danese di appartenenza per poi ricoprirlo di sterline
sonanti. Il primo pensiero, ovviamente è stato: poteva risparmiarsela.
Comunque, poco male, abbiamo detto tutti, al mondo siamo sette miliardi e mezzo
di persone, esisteranno certamente altri giovani talenti bravi come, se non
più, di Spinazzola e Skov Olsen ( del resto abbiamo ovviato, in precedenza,
alle partenze di Diawara e Verdi ). Magari sarà il caso di ingaggiare, oltre a
Cantatore, qualcuno che, durante le trattative, si prenda la briga di fare ai
baldi giovani un corso accelerato di Albo d’oro Rossoblù ( o di Sex-Appeal,
fate voi ), portandoli a conoscenza delle imprese gloriose del nostro passato,
fatto di Sette Scudetti Più Uno, due Coppa Italia e diversi importanti trofei
internazionali: ‘sta storia che tutti i giovani emergenti ritengano più
accattivante l’Atalanta o, peggio ancora, il Sassuolo comincia a stufarmi un po’.
( … magari possiamo consolarci pensando che, per qualche tempo, in epoca
recente i giovani emergenti preferivano accasarsi al Parma piuttosto che con
noi … ) Dunque, contrattempo superato,
si riparte alla grande. E invece no. Dopo tante cazzate, è arrivata la mazzata.
Pesante. Pesantissima. Al momento di partire per il ritiro, tutti si erano
accorti dell’assenza di Sinisa, ma la Società si era affrettata a far sapere
che era influenzato, e la cosa sembrava finita lì. Invece, col passar delle
ore, hanno cominciato a rincorrersi voci sempre più preoccupanti, fino a quando
si è presentato ai nostri occhi uno strano bivio: da una parte l’annuncio di
una conferenza-stampa in cui Mihajlovic avrebbe “ spiegato esattamente i fatti “,
dall’altra un titolone di “ Stadio “ con cui l’immancabile Ivan Zazzaroni, non
nuovo a certe imprese ( ricordo una solenne strigliata rimediata dalla vedova
di Giacomino Bulgarelli al termine del funerale, per aver preso, davanti alle
telecamere di E’TV, un discorso inopportuno ) annunciava il probabile abbandono
della panchina per motivi di salute. E infatti, in conferenza-stampa, Sinisa ha
esordito bacchettando “ un direttore di giornale che ha rovinato vent’anni di
amicizia per vendere 200 copie in più “. Ma veniamo alla cruda realtà: come
ampiamente confermato dal diretto interessato, e precisato meglio dal Dottor
Nanni, Sinisa è alle prese con una leucemia acuta esplosa a ridosso della
partenza per il ritiro. Come era lecito aspettarsi, il leone serbo non si è
affatto piegato di fronte alla novità, ed ha annunciato che non lascerà la
guida del Bologna, limitandosi ad allontanarsi dal campo quando si renderà
necessario per intensificare le cure. Certo, eravamo tutti più contenti prima. Certo,
come al solito non ci siamo fatti mancare nulla. Ma non ho alcun dubbio che,
quando sarà, l’assenza di Sinisa sarà solo fisica, essendo il serbo abituato a
circondarsi di collaboratori con cui intendersi con una semplice occhiata. Già sono
arrivati i primi segnali del sostegno che tutto il Popolo Rossoblù offrirà all’uomo
che ha realizzato il Grande Miracolo della stagione scorsa, e le parole del
Dottor Nanni hanno offerto ulteriori certezze: il medico ha genericamente
parlato di progressi e di malattie che vent’anni prima non si potevano
nominare; io ho potuto seguire da vicino, all’epoca, la triste fine di Andrea
Fortunato, e posso confermare che nel frattempo la medicina ha fatto progressi
tali da ridurre di parecchio le percentuali di un’evoluzione negativa della
malattia. Il resto ce lo dirà il tempo. Per adesso possiamo solo stringerci con
forza attorno al nostro allenatore. In attesa di giorni migliori.
Paolo Milito